Il patrio suolo
ed il cuor suo
tremano sotto il giogo
di una lucente corona.
Strisciante
e subdola
l’invisibile serpe
si aggira fra i tacchi
delle scarpe
e nel refolo d’aria
creduto
innocente.
Chi implora il Creatore,
chi maledice,
chi scettico prosegue.
Fermati, fermati
ch’è troppo furioso.
Tappa le fessure
non farlo entrare!
Ci son doni,
pepite d’amore,
per chi s’arresta
e l’ardore della vita,
al termine, ruggirà
ancora e ancora
più forte,
come rinfrancato.
Per una volta, Italico popolo,
usa le orecchie per sentire,
l’intelletto per ascoltare
ed il cuore per resistere.
Fatti non foste
per cadere come foglie in autunno
ma per rimirar le stelle
nella buia aria della notte
e in ogni sospiro, vivere.
Data: 14 marzo 2020