Papillon catalano e oro cileno o il carteggio versione 2.0, telematico ma non per questo meno intenso tra due persone alienate che si riscoprono personaggi, due amici d’infanzia ritrovati ed il loro ritrovarsi con la natura più intima del proprio Io, in due monologhi interiori senza soluzione di continuità che si abbracciano, si rimandano, si fanno eco nelle suggestioni e nel libero fluire dei pensieri, delle manie, dei rituali più sacri e delle ossessioni quotidiane con picchi di lucidità, talvolta cinica altre più benevola. Questo gioco delle lenti e degli specchi con cui i due personaggi studiano loro stessi e il mondo esterno è ritmato dallo snocciolarsi graduale ma costante di una serie di indizi, all’apparenza irrisori, quasi grotteschi nel caleidoscopio di conversazioni senza incipit eppure forieri di un messaggio criptato, rivelatori di una identità mai sospettata e di un mistero perfettamente insinuato tra la nervature delle foglie staccatesi dagli alberi e il riflesso di un goccia pigramente scivolata lungo il fondo di uno dei boccali del Gabbiano nero. A tratti sfiorando il non senso, i due autori musicano un’armoniosa improvvisazione nel più autentico stile jazz, svelando gradualmente un misterioso enigma, che serve solo in parte a ricomporre il puzzle infinito delle identità.
Autore: William Bavone
Genere: Romanzo
Anno pubblicazione: 2018
Casa editrice: Bertoni Editore
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