Il sommo Poeta, al centro dell'inferno, assieme a Lucifero pone Giuda, Bruto e Cassio. Traditori di Dio e traditori dello Stato. Per Dante il tradimento è il peccato più grande e imperdonabile, il meno giustificabile in assoluto. Pietro tradisce Cristo per paura e debolezza, Bruto e Cassio tradiscono Cesare per ragioni politiche, Giuda per denaro. Pietro è perdonato e posto a capo della Chiesa, mentre i nomi di Giuda e Bruto evocano, ancora oggi, l'aberrazione della colpa e l'idea stessa del tradimento. Il tradimento ha una giustificazione? Paura e debolezza possono giustificare il tradimento mentre slealtà, tornaconto e interesse meschino non possono suscitare il perdono.
In politica, per esempio, cambiare idea o posizione è lecito ma si pone il problema della lealtà verso gli elettori e verso il partito. La seconda Repubblica ha rappresentato l'apoteosi del tradimento politico inteso come slealtà e opportunismo, distante dalla tragica rappresentazione shakesperiana. In questo, i tradimenti non sono narrati come conflitti interiori, passioni profonde, fantasmi sacrificali bensì come azioni spesso misere e opportunistiche proprie di uomini fragili.
Autori: Diego Celi, Pino Privitera
Genere: Saggistica
Anno pubblicazione: 2019
Casa editrice: Lombardo Edizioni
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